Il lavoro si prepara a scomparire

Ogni sistema economico finisce per essere sostituito dal seguente. Il sistema feudale è durato per qualche secolo poi è scomparso. Il capitalismo ha visto la nascita con la rivoluzione industriale del XIX secolo; oggi dà segni di affanno con le sue ripetute crisi, le sue inuguaglianze crescenti e i suoi impatti negativi sull’ambiente.

Marx, eccellente economista, era convinto che il capitalismo era votato all’autodistruzione; la sua predizione potrebbe realizzarsi durante questo XXI secolo o durante il seguente.

Il capitalismo si basa sulla creazione dei valori attraverso il lavoro. Come Adam Smith è David Ricardo, Karl Marx spiega che il valore aggiunto (o plus valore) è la differenza tra il valore della produzione di un bene e il costo degli elementi che sono necessari per la sua realizzazione. L’operaio deve dunque produrre più valore aggiunto del salario che gli è dato perché il datore di lavoro possa ammortizzare i suoi investimenti e avere un profitto per sé stesso. Ora la concorrenza attuale nell’economia mondializzata è tale che i prezzi di vendita, in valore reale (136) sono strutturalmente e in decrescita. Come il datore di lavoro deve continuare ad investire per sostenere la concorrenza e sopravvivere, egli può mantenere il suo profitto solo se abbassa i costi di produzione e soprattutto le spese del personale. Perciò può avvicinarsi a un concorrente per scambiare i mezzi, eliminare i duplicati e ridurre le spese di struttura. Questa via conduce al processo di fusione o di acquisizione fra i concorrenti di cui si conoscono gli effetti perversi e le destrezze sociali che generano. Può anche abbassare gli stipendi dei suoi impiegati o più radicalmente delocalizzare la produzione in paesi a basso costo di manodopera: ciò che gli permette di ridurre la massa salariale. La soluzione della robotizzazione che riduce le spese del personale a meno del 10% dei prezzi di guadagno, è allora l’ultima risposta per accrescere la competitività a breve termine. Il problema è che la macchina, perfino intelligente, non produce valore aggiunto: non si può “sfruttare” una macchina. Sul mercato libero, il prezzo d’acquisto o di affitto della macchina corrisponde esattamente al valore che essa può produrre.

Nell’impresa automizzata, la base del profitto si fonda solo sul personale residuo che è sottomesso a enormi pressioni per accelerare le cadenze e fare guadagni di produttività come vivono oggi i manutentori di Wal-Mart o di Amazon.

Nell’era industriale, la forza meccanica della macchina l’ha avuta vinta sulla forza muscolare dell’uomo. Oggi, con l’intelligenza artificiale, è la macchina e i suoi algoritmi che fanno concorrenza al cervello dell’uomo; tutti i settori e tutti i posti dunque sono interessati dalla concorrenza tra uomini e macchine; non solamente la produzione e non solamente la funzione di esecuzione. IL terziario, i servizi in generale, compresi quelli che necessitano delle esperienze più famose, vedranno le macchine o i software sostituire le persone. I notai e i medici non saranno risparmiati più dei cassieri dei supermercati o di coloro che consegnano le pizze sostituiti dai droni. Numerosi posti di supervisione e di inquadramento non avranno ugualmente più ragione di esistere; una situazione difficile da gestire in un’economia in cui il profitto può provenire solo da un prelievo sul lavoro umano.

Un nuovo paradigma e nuovi modi di organizzare la società saranno inevitabili man mano che la robotizzazione della società comporterà la scomparsa del lavoro tale quale lo conosciamo oggi. Quando le macchine avranno distrutto il lavoro definitivamente, arriverà una nuova era per tutta l’umanità che, parallelamente, vedrà i suoi effettivi ridursi del 98% in qualche secolo. Nella metà di questo millennio, le “nuove” tecnologie di oggi saranno d’altronde obsolete e la piccola colonia di uomini sulla Terra disporrà di poteri tecnologici che noi non immagini neanche. Aiutati da centinaia di milioni di robot intelligenti che lavoreranno al loro posto e prenderanno in carica l’essenziale della produzione; gli uomini, poco numerosi ma che vivranno a lungo, potranno consacrare l’essenziale del loro tempo ad attività nobili e all’interesse generale.

La società umana si avvicinerà per quanto può ai cittadini della civiltà antica in cui il lavoro, considerato degradante, era affidato agli schiavi.
All’epoca di Pericle, gli schiavi potevano rappresentare fino al 90% della popolazione in alcune città greche. Nel IV secolo A. C., Senofonte proponeva già che lo Stato mettesse in opera un sistema di schiavi” pubblici” per soddisfare i bisogni della collettività . I robot del nostro mondo futuro corrisponderanno ai desideri di Senofonte ma la necessità di asservire altri uomini per fortuna sarà scomparsa.